“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti e io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare”. (Bertolt Brecht)

giovedì 30 luglio 2009

Non c'è limite all'idiozia


Dalla vignetta si può capire che, a tratti, la lega, fa il suo sporco gioco. Accantonato adesso, per un , il dibattito sugli immigrati, ecco che ritorna il rigurgito antimeridionale.
Non c'è limite all'idiozia leghista.
Dopo le agenzie di stampa che avevano dato la notizia sull'ennesima becera e razzista proposta leghista si cerca di tamponare come si può.

Dal Mattino di Napoli

La Lega frena sul test di dialetto per i docenti. Dopo l’alzata di scudi di ieri del deputato Paola Goisis («su questo punto andremo avanti fino alla fine»), il capogruppo del Carroccio alla Camera Roberto Cota butta acqua sul fuoco. Basta con le polemiche, è il suo appello. Le riforme, precisa, le fa il Parlamento e «non devono essere affidate a estemporanee proposte anche se provenienti da presidenti di commissione». Il riferimento di Cota è al presidente della commissione Cultura della Camera Valentina Aprea che ieri, proprio per il contrasto che era sorto nella maggioranza sull’emendamento della Lega che introduceva il test per i docenti, aveva sconvocato il comitato ristretto della commissione imprimendo uno stop all’esame della riforma. La frase di Cota, però, fa andare su tutte le furie l’Aprea che accusa il deputato leghista di voler esautorare in questo modo il Parlamento. Non è vero, dice, che le riforme le deve fare solo il governo. Il governo, intanto, con il ministro della Scuola Mariastella Gelmini, non solo prende le distanze del testo all’esame della commissione («non è un testo del governo»), ma apre all’esigenza della Lega di «legare i docenti al territorio». In più c’è una proposta di legge, presentata tempo fa dal Carroccio sull’insegnamento del dialetto e delle tradizioni nelle scuole, sulla quale, per il ministro, si potrebbe ragionare. Su questi temi, insomma, «non c’è nessuna conflittualità tra Lega e Pdl - precisa la Gelmini - è una polemica distante dalla realtà». Eppure nel Pdl si continua a contestare l’articolo 11 della proposta di legge del Carroccio sulla scuola che la Goisis aveva chiesto che venisse recepita nel testo Aprea. In particolare ci sono due commi che vengono definiti «pericolosi» da alcuni componenti della maggioranza in commissione. Si tratta di due questioni che dovrebbero valutare i Comitati di valutazione regionale per consentire l’iscrizione dei docenti nell’Albo regionale. La prima, è quella secondo la quale il Comitato dovrebbe verificare «l’influenza che il sistema valoriale del docente» e cioè le sue conoscenze linguistiche, culturali e delle tradizioni, potrebbero avere «sull’apprendimento degli studenti, influenzando il loro sviluppo fisico, intellettuale, linguistico, culturale ed emotivo». «Vorrebbero insomma - spiega un esponente del Pdl in commissione - che si valutasse quanto l’essere napoletano di un docente, ad esempio, possa avere ricadute sulla formazione e la preparazione di uno studente veneto. Anche e soprattutto per quanto riguarda la sua conoscenza del dialetto e delle tradizioni locali». La seconda questione che pone la Lega è che il docente dovrebbe essere valutato anche per quanto riguarda la sua capacità di «promuovere l’educazione alla cittadinanza, alla legalità e alla salute, nonchè al rispetto delle proprie radici culturali». «Si tratta di norme - prosegue Valentina Aprea - che non trovano un accordo all’interno del centrodestra ed è per questo che ho sospeso l’esame del testo. In attesa che si raggiunga un’intesa». L’opposizione intanto resta sul piede di guerra. Prova ne sia il capogruppo Pd Anna Finocchiaro. «Ci sono cose che vanno oltre l’ammissibile in un dibattito pubblico politico e serio in un Paese democratico che dovrebbe avere il senso della propria unità».
Emblematico, poi, l’affondo dello scrittore siciliano Andrea Camilleri: «I leghisti imparino l’italiano oppure scrivano le leggi in padano, in veneto o nella lingua locale della provenienza del singolo deputato».


Non è la prima volta che questi rozzi leghisti fanno proposte che , in altri paesi, si sarebbero dovuti dimettere

Nella mente di Bossi era già tutto previsto: «Quando nascerà il nuovo stato padano, le tasse pagate dalla gente del nord rimarranno al nord, e finalmente non avremo più giudici e insegnanti meridionali». Così parlò dal suo castelletto di Ponte di Legno il senatur nell’agosto 1996. Parevano parole di un leader disperato e allo sbando, senza alleanze su cui contare (il patto con il Cavaliere si era frantumato l’anno prima), costretto a cercare visibilità con l’invenzione della fantomatica ”padania” che di lì a poco sarebbe andato a celebrare sulle scarsamente affollate rive del Po. Rilette adesso quelle parole assumono invece le tinte profetiche di un sinistro progetto covato e custodito per anni. «Le tasse del nord al nord» sono ciò che oggi viene nobilitato dalla definizione ”federalismo fiscale”. E per quanto riguarda l’altolà a magistrati e insegnanti «terroni», il tasto è caldissimo. A conferma del fatto che l’odierno Bossi di governo non è diverso dal Bossi barricadero di dodici anni fa. Il Bossi di governo, infatti, è il ministro delle Riforme che nel luglio 2008 - furibondo per la seconda bocciatura del figlio Renzo all’esame di maturità - si esibisce con queste parole: «Gli studenti del nord non si meritano insegnanti del sud. Non possiamo lasciar martoriare i nostri figli da professori che non vengono dal nord». Ed è lo stesso uomo di governo che un mese fa, a Varese, reclama giudici lombardi per la Lombardia «perché se uno va in un’aula di tribunale e parla il dialetto ha il diritto di essere capito». Adesso questa storia del dialetto diventa iniziativa politica. Lanciata e poi ritrattata nello spazio di un giorno, com’è tipico di una furbizia popolare che nel ritirare la mano sa già che il sasso è comunque lanciato, pronto a colpire. Questo è un Bossi doc del 1997, all’indomani di elezioni poco lusinghiere per lui: «Nelle grandi città come Milano e Torino gli immigrati si sono pronunciati contro la libertà del nord e hanno scelto dei pezzi di merda. Il dramma è che il nord si è consegnato a insegnanti meridionali, a magistrati meridionali. La lotta contro di loro sarà frontale». Il primo amore non si scorda mai. E se è vero che a cicli alterni sull’altare del nemico pubblico il Carroccio sacrifica gli islamici, o gli albanesi, o i romeni, è anche vero che nei momenti caldi i leghisti guardano alle origini e il Sud (da Roma in giù) torna ad assumere agli occhi del popolo bossiano le sembianze del male. Basta girovagare un po’ sui blog di simpatie nordiste per trovare ancora oggi cose così: «Culo basso, gambe corte, altezza minuta, pelle scura od olivastra, occhi neri e capelli nerissimi, peloso, dotato di poca voglia di lavorare, propenso al clientelismo, all’assistenzialismo e alle affiliazioni mafiose, scansafatiche, codardo, vigliacco e menzognero con tutti: queste sono le caratteristiche del terrone doc». I dirigenti leghisti non arrivano a tanto. Però, occhieggiano a quel sentimento livoroso, provano a sdoganarlo trasformandolo in una miriade di bizzarre iniziative che riempirebbero un’enciclopedia. Quella, per esempio, del deputato Daniele Apolloni che in parlamento chiese di bocciare il piano di metanizzazione del Mezzogiorno «al Sud non fa freddo: cosa se ne fanno i meridionali del metano?». Gli inutili cartelli stradali bilingue (italiano e dialetto) che accolgono i visitatori nei paesi delle valli bergamasche e bresciane furono a metà degli anni ’90 una chiamata alle armi in senso anti-italiano. Mario Borghezio, tra le sue innumerevoli trovate, auspicò nello stesso periodo la nascita di una Chiesa del Nord che permettesse ai padani di «non frequentare la Chiesa di Roma». Nel 2001 a Trento il gruppo leghista in Provincia fece fuoco e fiamme per opporsi all’assunzione di un usciere «perché siciliano». E chi più ne ha più ne metta, fino ad arrivare all’ex ministro Castelli che, dieci giorni fa, se l’è presa con gli attori italiani che «interpretano qualsiasi ruolo con accento romanesco». Iniziative e parole destinate a naufragare nel nulla. Ma il loro vero scopo è un altro: allargare il solco che, nella mente dei padani, divide ”noi” da ”loro”.

Questi quaquaraquà, come definiva Leonardo Sciascia gli uomini al livello più basso della scala sociale non sono degni di stare al governo di un Paese.
Il meridione, il popolo meridionale dovrebbe capire che votando Berlusconi hanno mandato questi cafoni razzisti a decidere le sorti di un Paese.
Emblematico è questo brano di Pino Daniele " O scarrafone" Ascoltatelo con attenzione!

martedì 28 luglio 2009

Un nuovo bavaglio in arrivo


Il Governo vuole introdurre norme che renderanno quasi impossibili le indagini dei magistrati contabili sulle “gestioni allegre” dei soldi pubblici.

Si tratta dell’ennesima legge che protegge corrotti e corruttori.


Questo è il governo dei lodi, per proteggere la casta dei politici, che si mette al riparo da qualsiasi inchiesta. CORROTTI E CORRUTTORI potrebbero, se passa il lodo, finalmente andare a festeggiare alla grande.

Dopo la magistratura ordinaria, ora tocca a quella contabile.

Il progetto piduista del Governo Berlusconi si chiarisce sempre di più.

Assoggettare qualsiasi controllo di legalità da parte di un potere autonomo – nello schema classico della democrazia teorizzato già da Montesquieau alla fine del XVIII secolo e tuttora cardine dei sistemi democratici di tutto il mondo – all’Esecutivo, impedendo ai magistrati di indagare e ai giudici di giudicare.
Ovviamente non era sufficiente la normalizzazione della sola magistratura ordinaria, con la “riforma Alfano”, ancora in via di approvazione, che, fra le altre cose, toglie in parte la direzione delle indagini della polizia giudiziaria ai pubblici ministeri, trasferendo al Governo il potere di direttiva sulle indagini, non era sufficiente la stretta sulle intercettazioni il cui disegno di legge, per quanto rimandato a settembre per i dubbi del Quirinale, prevede una fortissima restrizione dei poteri dei pm fino al limite estremo, cioè fino al punto che si renderanno impossibili intercettazioni e ascolti per una serie nutrita di reati. Con la scusa della tutela della “privacy”, il Governo vuole abbassare la soglia di sicurezza dei cittadini e, al tempo, stesso alzare quella dei “colletti bianchi” e dei loro reati, anche se ne approfitteranno stupratori, rapinatori, spacciatori e compagnia bella.Ora, a chiudere il cerchio, ci voleva anche la stretta sulla magistratura contabile. Ma chi sono i magistrati contabili?

La Costituzione italiana, sul modello di quella francese, decise di creare un ordinamento autonomo per questo tipo di magistrati, che sono giudici a tutti gli effetti ma si occupano in modo specifico dei cosiddetti “reati contabili” commessi ai danni della pubblica amministrazione (oltre ad esercitare il controllo di legalità sui conti pubblici, cioè appurare se le spese erogate dalle varie amministrazioni statali hanno rispettato le norme di legge). In definitiva, il magistrato della Corte dei Conti (istituita in Italia nel lontano 1882) è un po’ il mastino dei soldi versati dai contribuenti, controlla e sanziona gli sperperi e soprattutto svolge una vera e propria funzione giurisdizionale nei confronti di tutti quei soggetti che hanno responsabilità di gestione di risorse pubbliche.Una funzione troppo autonoma e troppo pericolosa per questo Governo, che ora la vuole riformare con una norma, inserita nel disegno di legge anticrisi e già ribattezzato “lodo Bernardo” (dal nome di uno dei tanti oscuri portaordini berlusconiani Maurizio Bernardo).

La norma prende a modello proprio l’ipotesi messa in campo nel disegno di legge sulle intercettazioni, in quanto dispone che i pubblici ministeri della Corte potranno esercitare l’azione soltanto di fronte a “specifica e precisa notizia di danno, cagionato per dolo o colpa grave”. È insomma il solito ribaltamento, probabilmente nato dalla fertile immaginazione dell’avvocato Ghedini, del lavoro di un giudice che, fin dall’epoca romana, si attivava in cerca di indizi di colpevolezza (e di danno), per chiudere l’istruttoria prima del dibattimento, qualora quegli indizi si manifestassero deboli o inesistenti. Ora, è proprio questo che non piace alla destra di governo. Il magistrato deve agire il meno possibile e soltanto quando non ne può proprio fare a meno. Nel caso del pubblico ministero della Corte dei Conti, egli può attivarsi solamente quando il danno allo Stato (cioè il “danno erariale”) è stato compiuto e si ha la quasi matematica certezza che il fatto sia realmente accaduto. E se si ha solamente un sospetto, seguendo il quale magari si riesce ad evitare il danno e a far risparmiare l’amministrazione pubblica? Troppo, per l’ideologia della giustizia ghediniana: si rischia di metter sotto accusa un innocente e non è giusto. Meglio, molto meglio un reo in libertà che un innocente in carcere.

Il segretario dell’Associazione generale dei magistrati contabili, Francesco Schiltzer, chiarisce quali saranno gli effetti del “lodo Bernardo”: “Questa norma sconvolge il modus operandi del pm contabile inibendogli sostanzialmente l’attività di indagine preliminare”. Ma l’imbavagliamento del giudice contabile non si ferma a questo; con un taglio netto rispetto al passato, il Governo vuole anche impedire che i pm contabili possano indagare su tutte le amministrazioni pubbliche non centrali (cioè, per intendersi, le aziende municipalizzate, gli enti locali ed anche le Authority, come Banca D’Italia e Consob).

Con un bel tratto di penna saranno cancellate, ad esempio, le indagini sulle “consulenza d’oro” della giunta Moratti a Milano, sulla clinica Santa Rita e sull’azienda dei trasporti di Genova.Già, perché se il “lodo Bernardo” sarà legge, si applicherà anche ai procedimenti in corso, gettando al vento le indagini faticosamente avviate dai magistrati della Corte dei Conti. (fonte Dazebao, informazione online )


L’ennesimo colpo di spugna di questo Governo, a tutela di corrotti e corruttori.

Io mi pongo queste domande ... e voi?

Mi chiedo quale ruolo , alla luce di questi scellerati provvedimenti, abbia più la magistratura in Italia. Quale tutela abbiano più i cittadini.

Una provocazione.

Non sarebbe più esplicito, a questo punto, eliminare con decreto legge la magistratura, palla al piede di berlusca e i suoi lacchè?

Magari nella revisione costituzionale si elimina completamente il potere giudiziario togliendo ad esso l'autonomia e definendo la subalternità agli altri due poteri quello legislativo e quello esecutivo.

Addirittura, con questo governo, si potrebbe anche eliminare il parlamento.

tant'è, ormai....

"Popolo di capre" (chi ci si riconosce ovviamente)... non vi rendete minimamente conto di queste nefandezze?

lunedì 27 luglio 2009

DIRITTO ALLO STUDIO


Più risorse agli atenei virtuosi, fondo premiale del 7% e tagli al 20% dei corsi inutili.
Sono queste alcune delle novità contenute nel 'pacchetto Università' approvato dal Cdm, su proposta del ministro Mariastella Gelmini
(
VIDEO).
Il provvedimento, si legge in una nota ministeriale diffusa ai giornalisti in sala stampa prima della conferenza della Gelmini, prevede che il 7% del Fondo di finanziamento ordinario, cioè 525 milioni di euro, venga distribuito in base alla qualità della ricerca e della didattica delle università. In particolare, i due terzi di questo fondo vengono assegnati in base alla qualità della ricerca, mentre un terzo alla qualità della didattica.
Per la prima volta in Italia, si legge nella nota del Miur, il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ha assegnato una parte dei fondi destinati alle università sulla base di nuovi criteri di valutazione della qualità. Da una prima analisi della situazione emerge che l'Università di Trento, i Politecnici di Milano e di Torino sono tra le università migliori in base ai nuovi parametri.
Hanno ottenuto meno finanziamenti invece 27 Università che non hanno gli standard qualitativi previsti.
Molte le università del Centrosud 'promosse': Roma Tor Vergata, l'Università di Chieti e Pescara, l'Università della Calabria, l'Università Politecnica delle Marche, l'Ateneo della Tuscia, il Politecnico di Bari e l'Università del Sannio di Benevento. In particolare, Trento ottiene 6 milioni in più, il politecnico di Milano 8, Bologna 5, Padova 4.
A Foggia invece viene tolto 1 milione di euro, a Macerata meno 1,13 milioni.
Dal 29 luglio i dati e le valutazioni saranno pubblicate sul sito del Ministero.
Altri effetti ipotizzati nel provvedimento, sono la elimitazione alla frammentazione degli insegnamenti attraverso definizione del numero minimo di crediti (6) per esame, l'eliminazione degli ostacoli di natura organizzativa e formale alla mobilità degli studenti, determinati da una eccessiva eterogeneità dei regolamenti didattici degli atenei, il potenziamento dell'efficacia valutazione interna, prevedendo una composizione dei Nuclei di valutazione d'ateneo a maggioranza esterna, la limitazione del numero di crediti extrauniversitari che ogni ateneo può riconoscere.
Per quanto riguarda il reclutamento dei professori universitari, le commissioni che giudicheranno gli aspiranti professori universitari di prima e seconda fascia saranno composte, a differenza di quanto accade ora, da 4 professori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando e da 1 solo professore ordinario nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando.
Per il reclutamento dei ricercatori, invece, le commissioni che giudicheranno i candidati al concorso saranno composte da 1 professore associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando.

Urge una chiarificazione.
Criteri
Vorremmo sapere quali sono stati i criteri adottati per la rilevazione e se si è tenuto conto di alcune sperequazioni tra gli atenei che si trascinano da anni, come ad es. i fondi assegnati negli anni passati ed il numero degli studenti per Ateneo .
Quali le carenze nelle università bocciate? Quali sono queste virtu delle promosse?

Qualità
«La qualità della didattica è stata valutata anche in base“alla percentuale dei laureati che trovano lavoro a tre anni dal conseguimento della laurea”».
Come hanno fatto a fare questi calcoli ? E poi è merito dell'università se un giovane trova lavoro ed un altro invece no? Quali sono le università pubbliche collegate con il mondo del lavoro?
Io di tali università conosco solo la Bocconi , la LUISS, la Lumsa e qualche altro ateneo .. ma queste sono private.
E poi il lavoro come lo hanno trovato questi giovani? Le raccomandazioni sono state completamente abolite?
Ma la Gelmini dove vive? Ma già anche lei viene da una Università virtuosa... non riusciva a superare l'esame da avvocato e , guarda un pò, allora l'Ateneo virtuoso, lo trovò in Calabria.

Trento ottiene 6 milioni in più, Bologna 5, Il politecnico di Milano 4 ... le università del nord sono tutte premiate ad eccezione di Brescia, Parma, Venezia , poi nella fascia rossa tutte del centro e del sud( leggi graduatoria) C'è qualcosa di poco chiaro in questa classifica. L'università dell'Aquila l'hanno letteralmente fatta sparire. Non esiste in classifica. Nessuno chiede spiegazioni? La si vuole eliminare? So che gli studenti hanno fatto gli esami della sessione estiva in tenda. (???). I soldi per il G8 sono stati spesi abbondantemente e senza criteri virtuosi... i soldi per fittare uno stabile per gli esami universitari non c'erano?


L'asse del nord

E' ancora una volta l'asse del nord a dettare legge?
In base a questa classifica gli atenei del sud riceveranno meno fondi.
E' così che si aiuta la didattica e la ricerca?

Ripercussioni

Gli atenei che riceveranno meno fondi per sopravvivere cosa faranno?
Offriranno una didattica scadente oppure aumenteranno le tasse agli studenti?
E' questo il modo di risolvere i problemi nelle università?
E poi ad es. tra Trento e Napoli ( Federico II) ci sono differenze enormi per quanto riguarda il numero degli iscritti , non enormi invece i finanziamenti pubblici.SI è tenuto conto di questo? Le realtà territoriali valgono solo in alcune circostanze?

Fini

Dove si vuole arrivare? Si vuole ridurre all'ignoranza la popolazione del sud?
Magari ai giovani si può sempre offrire un ruolo nel Grande Fratello, o di tronista ad Uomini e Donne, oppure creare una rete di giovani escort d'alto bordo ... e perchè no, anche medio e basso.
Così si creeranno più posti di lavoro. E tutti felici e contenti.
Io non ci sto. La testa non l'abbasseremo mai.

La costituzione afferma l'uguaglianza nel diritto allo studio. Gli articoli di riferimento li trovate QUI

domenica 26 luglio 2009

RICHIESTA DI REVOCA DEL TITOLO DI CAVALIERE A SILVIO BERLUSCONI


Richiesta di revoca del titolo di Cavaliere a Berlusconi


Fate circolare questa informazione


E' Giuliano Bastianello di Padova, fondatore del gruppo in FB che chiede la revoca dell'onorificenza di cavaliere del Lavoro, da cui la petizione solo ospitata da l'Unità on line.

L'iniziativa nasce dall'applicazione della lettera della legge che regola questa onorificenza, non titolo nobiliare, che non viene affatto elargita a chiunque.E' sul LAVORO che si fonda la nostra repubblica (art. 1 Costituzione) e questo riconoscimento viene assegnato, per legge, ai benemeriti cittadini che hanno onorato la loro attività professionale prima di tutto tenendo una condotta specchiata, rispettando le leggi, assolvendo gli obblighi fiscali e non avendo mai svolto attività in danno all'economia nazionale.

Sulla specchiata condotta possiamo lasciar correre, ma sul rispetto della legge ve n'è ben donde ma basta citare la condanna in 1° grado per falsa testimonianza sull'appartenenza alla loggia P2, reato estinto solo per sopravvenuta prescrizione.quanto al pagamento delle imposte l'avv. Previti ha affermato in aula che i faraonici compensi ricevuti da S.B. erano relativi a parcelle non contabilizzate, cioè in nero.
Due dirigenti Fininvest, dipendenti di S.B Sciascia e Berruti sono stati condannati, definitivamente, per condotte relative alla corruzione della GDF affinché non tenesse la mano pesante nelle ispezioni alla stessa Fininvest.Dalla deposizione dell'avv Mills risulta ed è stato processualmente provato che S.B. lo aveva incaricato di costituire una galassia di finanziarie nei paradisi fiscali sulle quali far transitare i proventi dei diritti televisivi ottenuti all'estero.
Trascuro, volutamente, di citare le circostanze della vicenda Mills dove è stato condannato il corrotto ma non il suo corruttore.La legge dice anche che c'è un collegio di probiviri che deve tutelare l'onorabilità del titolo di cavaliere e deve revocarlo in caso di indegnità.
Non essendo un titolo imperituro, come la laurea, rientra nell'osservanza della legge la richiesta di revoca.
Potrà sembrare banale, ad un giudizio superficiale, in realtà non è così: è molto più serio e coinvolge il prestigio dell' Istituzione demandata ad insignire questa onorificenza.
Grazie a tutti quelli che hanno firmato e che firmeranno!

Giuliano Bastianello


Se vi va di leggere qualcosa di serio cliccate QUI


Poi delle vicende del "nostro poco cavaliere" possiamo leggere anche QUI per renderci conto, se ancora qualcuno avesse qualche dubbio, a che punto è lo stato di informazione in Italia

“Cavaliere, nessuno vuole farla fesso. Non c'è n’è bisogno”
"I suoi modi sono interurbani!"

Grande TOTO'

venerdì 24 luglio 2009

L'Osservatorio Archeomafie presenta una denuncia sulle tombe fenicie


Diventa un caso la vicenda delle tombe dei fenici scoperte a Villa Certosa.

In una delle registrazioni si sente Berlusconi che, probabilmente illustrando alcune foto di villa La Certosa, rivela alla D’Addario la presenza di “30 tombe fenice, del 300 avanti cristo”. Ritrovamento di cui il Pd, per bocca della capogruppo in commissione Cultura di Montecitorio Manuela Ghizzoni, chiede lumi al ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi.

Si tratterebbe sottolinea la Ghizzoni di una scoperta di “eccezionale interesse” archeologico che la legge impone siano denunciati alle autorità competenti.

Anche l’Associazione nazionale archeologi parla di fatto “finora ignoto alla comunità scientifica” e “importantissimo per lo studio dell’espansione fenicia nell’isola”.

Da governo e Pdl, però, nessuna risposta in proposito.



Un esposto denuncia alla procura della Repubblica di Roma, al comando generale dei carabinieri dei beni culturali e, per conoscenza, al ministro dei beni culturali, è stato presentato oggi sulla vicenda del presunto ritrovamento di tombe fenicie a Villa Certosa dall'Osservatorio Internazionale Archeomafie. Lo rende noto il presidente, avvocato Maurizio Montalto.
Nella denuncia, si chiede alle autorità , una volta verificata la fondatezza delle circostanze segnalate, di «valutare se ricorrano ipotesi di reato» , di individuare «i responsabili dello stesso e adottare tutti gli atti persecutori sanzionatori del caso nei confronti degli stessi. Valuti altresì se ricorrono i presupposti per disporre il sequestro dei beni e ne compia gli atti consequenziali».

fonte il secolo XIX


Ora che è saltata fuori la questione delle tombe che qualcuno dice fenicie, altri dicono etrusche, quasi fossero la stessa cosa , ci sarebbe proprio da ridere.

Il premier che addirittura si vanta di avere trentatombe!

Un premier che non sa che i reperti archeologici sono proprietà dello Stato?

Non so se dobbiamo ridere o piangere. Ma chi c'è a capo del governo italiano?

UN TOMBAROLO anche? Oltre a tutto il resto?

Non sa il capo del governo che trafugare reperti archeologici è un reato punibile con il carcere? Se qualcuno nutre ancora qualche dubbio sull'onestà di questo individuo , allora vuol dire proprio che ha bisogno di cure psichiatriche.
Siamo arrivati oltre alla frutta e al caffè, siamo ,decisamente, all'ammazza-caffè.

giovedì 23 luglio 2009

Sonia Alfano , Via D'Amelio 19_07_2009



Grazie.
Intanto due cose: io ringrazio quei pochi palermitani che hanno appeso questi lenzuoli, che hanno risposto e soprattutto voglio ringraziare voi che non siete venuti a farvi la passeggiata, che avete speso dei soldi di tasca vostra per venire a dimostrare che la Sicilia non è un problema a sè, che non ci sono dei problemi che vanno circoscritti a livello territoriale. Grazie perchè non è vero che voi venite una volta e basta, con voi abbiamo condiviso tutte le battaglie e ci seguite sempre.

Adesso dirò delle cose, non so se l'ANSA le riporterà con la stessa velocità con cui ha riportato qualcosa su cui costruire gossip. Riallacciandomi a quanto detto da Salvatore, che Napolitano e Schifani sono andati nei posti sbagliati, Napolitano non mi aspettavo, però Schifani forse ha fatto la cosa giusta perchè era stato sempre avvertito che non volevamo qua gli autori delle stragi perchè li avremmo presi a calci nel sedere; quindi probabilmente lui si è tenuto fuori da queste cose, aveva capito che cosa lo aspettava; Napolitano avrebbe, invece, potuto allungarsi per rendere omaggio a questo posto, però, evidentemente, sapeva che qua non avrebbe trovato terreno fertile, me ne dispiace, perchè evidentemente continuiamo a renderci conto che ci sono due pezzi di Italia e due pezzi di società civile: c'è la società civile che non è ipocrita, che non ama i giri di parole, e che vuole la verità a tutti i costi; c'è una società civile, c'è una parte del mondo dell'associazionismo che continua a girare attorno al “volemose bene” e stiamo tutti insieme, scusate ma io a braccetto con mafiosi non ci sto, non li voglio e qua non ci devono stare. Io ringrazio chi ha organizzato, ringrazio Ammazzateci tutti con cui abbiamo condiviso tantissime battaglie.

Mi sarei aspettata, ma non sono ingenua e quindi non più di tanto, i grandi nomi dell'associazionismo, ringrazio l'Associazione dei Familiari Vittime della Mafia che ho l'onore di presiedere. E' facile sempre ringraziare, alla fine questa è una grande famiglia; quando ho visto Federica Fabretti che scendeva da questo palco con la sua emozione, con la sua forza, con la sua voglia, ho pensato ad una cosa semplicissima: piccole donne crescono. Allora, le nostre battaglie vedono oggi la vittoria in un esempio semplice come quello di Federica che è cresciuta attraverso esempi, attraverso denunce e che ha trovato la forza, il coraggio, battendo anche l'emozione, la commozione per salire qui e dire qualcosa.

Tornando invece a chi questa mattina ha detto che Borsellino è stato un eroe della legalità, e mi riferisco a Schifani, ha detto che era commosso. Eccerto che era commosso, forse avrà avuto anche il tempo per tornare su a Castel Utveggio e rendersi conto di come abbiano fatto bene il lavoretto. Allora, questa gente che continua ad occupare indebitamente e abusivamente le nostre istituzioni e che non troveranno mai dagli italiani onesti assolutamente nulla che possa essere stima, ammirazione o altro; che questa gente non avesse un minimo di buon senso per tacere, lo sapevamo già; ma che si permettesse di dire eroe della legalità è come quando due anni fa Cuffaro fece scrivere “la mafia fa schifo” e qualcuno sotto gli scrive e tu mancu babbii, che per chi non è del posto, significa è tu neanche scherzi!
Io oggi, devo dire che, capisco Salvatore: in questi momenti si mescolano grandi emozioni: forti, profonde, rabbia perchè io da 17 anni, con tanti di voi, mi ostino a commemorare mio padre a Barcellona Pozzo di Gotto; ci sono sempre tante persone, mancano sempre i barcellonesi, per cui non è una novità e mi rendo conto di quanto può essere doloroso e devo aggiungere che noi le abbiamo provate veramente tutte: le abbiamo provate con le buone, con le cattive, cercando di scuotere le coscenze andando nelle scuole... io oggi solo una domanda mi faccio, e non v'è polemica, ve lo giuro, però vorrei che ci fosse risposta: dove sono le migliaia di ragazzi palermitani a cui abbiamo parlato per tanti anni? Non c'è bisogno di una campanella, lo volete capire che non c'è bisogno di qualcuno che vi dica “andiamo, perchè dobbiamo andare”? certe cose si devono sentire, certe cose devono essere avvertite; e capisco, e ha ragione Desy quando questa mattina ha detto “perchè non siete qui?” Chi abita in questi palazzi perchè non è sceso?” Io mi auguro che siano tutti in vacanza, tranne le persone che hanno avuto il coraggio, che sono affacciate e che ringrazio, però, chi abita qui, chi ha visto quei corpi straziati, chi ha respirato l'odore della morte, doveva avere il dovere, la forza, di scendere immediatamente qui, senza l'avviso, senza la campanella di nessuno. Io non lo so quanto sarà dura questa battaglia, quando riusciremo a scuotere le coscenze, però se non riusciremo a distinguere le cose che devono essere fatte, perchè devono essere fatte e basta e non perchè “è giusto o conviene”. Io non dimenticherò una frase che ho letto tante volte e che, secondo me, non ha senso. Quando si dice “fare legalità conviene!” Ma conviene che cosa? Se una persona è per bene, crede nelle istituzioni, crede nella legalità, è perchè ce l'ha dentro, non perchè conviene.

Il mondo non è una questione di convenienza, è una questione di rispetto e di doveri e sta ad ognuno di noi mandare avanti questi segnali.

Che cosa vogliamo aspettarci da gente che continua a stare a braccetto con altri che farebbero bene a scomparire dalla politica e dalla faccia sociale del nostro Paese; eppure, se li ritroviamo sempre, è un giro continuo. Chissà quante volte ci ritroveremo il buon Marcello dell'Utri, il filosofo di Forza Italia, che è uno stragista; per me è uno stragista, per me è un delinquente. E quello che adesso dico, avrei piacere che se qualcuno mi querelasse sarei ben lieta di rinunciare alla mia immunità parlamentare se anche gli altri dovessero rinunciare all'immunità parlamentare: sono certa, perchè qualcuno me lo dice e si ostina a dirmelo, che c'è gente per bene nel PDL. Io faccio difficoltà ma se qualcuno onesto del PDL ha il coragggio di rinnegare Berlusconi, Dell'Utri, Cuffaro ecc ecc io gli andrò incontro ma per me fino ad allora chi stringe la mano e chi sta all'interno di quel partito non può che essere legato alla mafia. Spero anche che quel grande tessuto sociale dell'informazione imbavagliata che per mesi ha elaborato un vestitino addosso ad una persona che io stimo tantissimo facendolo apparire come uno spione e che è Gioacchino Genchi, spero invece che ci si accorga tutti quanti, noi che siamo qui ce ne siamo già accorti, che quello che hanno fatto a Gioacchino Genchi non l'hanno fatto tanto per la sua collaborazione alle indagini calabresi, ma l'hanno fatto proprio per una cosa che è legata a via D'Amelio e oggi più che mai è dovere, è compito nostro stare accanto a Gioacchino, come siamo stati accanto a tanta altra gente in determinati momenti veniva bersagliata perchè basta veramente poco. Quando una persona è sola è già morta; quando una persona è facilmente individuabile è già morta. Oggi sono abbastanza furbi, sanno che non gli conviene uccidere le persone fisicamente però vi siete resi conto di quanto sono bravi a screditare le persone dal punto di vista morale; allora siccome io ho una stima immensa per Gioacchino e un affetto straordinario. Gioacchino è un dissidente, come lo sono io, come lo è Salvatore Borsellino, probabilmente come lo siete tutti voi. Ci hanno tacciato come eversivi, come sovversivi, come gente che vanno contro le istituzioni; scusateci, noi andiamo contro la mafia nelle istituzioni, non contro le istituzioni. Noi andiamo contro la gente e contro i mafiosi che occupano queste istituzioni e vorrei fare i miei complimenti al signor Renato Schifani che ha fatto assolvere il suo amico Mandalà, in modo tale che non possono dire che erano soci nella Sicula Brokers, ditta istituita da questo mafioso di Mandalà perchè lui adesso è stato assolto ma io continuerò a dirlo lo stesso, perchè sapete la forza dove sta? Nella libertà di pensiero!

Io credo che sono mafiosi e per me sono dei mafiosi. Siccome a noi spetta un grande compito! Io ringrazio Salvatore. Quando a voi, soprattutto all'inizio, quando avevo conosciuto Salvatore, quando vi ho detto che gli volevo bene come ad un padre, tutti mi guardavano e mi dicevano “ma come, proprio tu che hai perso tuo padre dici una cosa del genere?” Quanti di voi oggi si sono resi conto di cosa significa dire a Salvatore per me sei come un padre? Salvatore è il papà di tutti quanti noi, è una persona straordinaria, è una persona che ci sta dando enormi lezioni con la sua forza e soprattutto con la sua schiettezza e con la sua coerenza. Io vi saluto, ma prima vorrei dirvi una cosa.

Voi mi avete dato una grande possibilità che è quella di arrivare all'interno delle istituzioni; ho già presentato un'interrogazione parlamentare, saprete tutti di cosa si tratta domani, è una battaglia che ci ha visto insieme per tanto tempo. Questo è il nostro tesserino parlamentare ed è in nome di questo tesserino che io continuerò a fare le nostre battaglie e in nome di questo tesserino, che voi mi avete dato l'onore di poter avere, che continueremo a dire no ai sistemi di collusione, di connivenza tra Stato-politica-magistratura -informazione; ed è con questo che ogni volta che entro all'interno del Parlamento Europeo penso a tutti voi e a tutte le persone che sono morte per questo Paese, per i nostri ideali e per i nostri valori.
Non finirò mai di ripetere: Fuori la mafia dallo Stato

Sonia.Alfano.it



mercoledì 22 luglio 2009

Paolo Borsellino, ovvero un giustizialista. L'opposizione del Pd decida cosa fare..




Ma che dicono questi politici?! Ma chi osannano?! Ma chi celebrano come un eroe?!
Ma perché mai i vari Cicchitto, Gasparri, Bondi e pure Schifani (!) dovrebbero elogiare una figura come quella di Paolo Borsellino?
Ma non si rendono conto che Paolo Borsellino era un "giustizialista"?!
Anzi, uno dei più grandi giustizialisti della storia, uno che addirittura riteneva che non fosse necessaria una condanna definitiva per allontanare una persona dalla politica, ma che bastasse accertare comportamenti o rapporti illeciti o immorali, a prescindere dal giudizio della magistratura. Beh, uno che diceva queste cose doveva essere evidentemente un giustizialista e pure del tipo peggiore. Perché è proprio per dichiarazioni di tal genere che i vari Travaglio, Grillo, Di Pietro e gli altri pericolosi eversivi che funestano la nostra Repubblica sono considerati "giustizialisti".
Leggiamo, ancora una volta,( ci deve entrare nei neuroni e deve far parte delle nostre sinapsi politiche ) questo discorso del 26 gennaio 1989 di Paolo Borsellino:
« L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato quindi quel politico è un uomo onesto. E no, questo discorso non va perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire, beh, ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però siccome dalle indagini sono emersi altri fatti del genere altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato quindi è un uomo onesto. Ma, dimmi un po’, tu non ne conosci gente che è disonesta ma non è mai stata condannata perché non ci sono le prove per condannarlo pero c’è il grosso sospetto che dovrebbe quantomeno indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti anche se non costituenti reati. »
Eccolo qui, giustizialismo allo stato puro. Qualche pidiellino leggendolo si sentirebbe male. Se Borsellino l’avesse pronunciato o scritto adesso sarebbe stato attaccato da chiunque. "Il Giornale" e "Libero" per una settimana si sarebbero dedicati a screditare l’immagine di questo giudice pericoloso.
La cosa interessante è che nell’anniversario della morte di Borsellino il termine "giustizialismo" diventa "etica della legalità" e il giustizialista diventa "eroe della legalità". Ma perché questa ambiguità, perché ora si parla di giustizialismo, quando si riprendono le parole di un eroe come Borsellino?
Semplice. Perché se dovessimo adottare i criteri enunciati da Borsellino nella scelta della classe dirigente, metà dei politici perderebbe il posto e andrebbe a casa. Anzi, quel che è più grave, i piani più alti della politica si svuoterebbero. Perché se bisogna "non soltanto essere onesti, ma apparire onesti", dove andrebbero a finire non dico un sindaco di un comune o un presidente di una provincia, ma, per citare solo qualcuno, il Presidente del Consiglio e del Senato, cioè due tra le più alte cariche dello Stato?
Tralasciando Berlusconi, che alcune sentenze (Lodo Mondadori) individuano come corruttore o mandante di corruzione, se preferite; Schifani a me sembra rappresentare proprio la categoria di politici cui si riferiva Borsellino. Infatti, Schifani fu socio negli anni ’80 di Nino Mandalà, poi condannato per mafia, e Benny D’Agostino, poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Inoltre, negli anni ’90 fu consulente nel comune di Villabate, sciolto per mafia e controllato dallo stesso Mandalà. Addirittura secondo un pentito, Francesco Campanella, il piano regolatore di Villabate, di cui si occupava Schifani, si formò sulle indicazioni dei boss della famiglia Mandalà.
Schifani per questi fatti non è mai stato condannato, ma queste "vicinanze", come le chiamò Borsellino, non dovrebbero farci riflettere sull’opportunità che un politico del genere sia la seconda carica dello Stato? Lo stesso Schifani non dovrebbe dare almeno spiegazioni di questi rapporti? Perché quando Marco Travaglio ha ricordato questi fatti in televisione è stato attaccato da Pd e Pdl, Fabio Fazio si è scusato per averlo intervistato e il giornalista è stato definito giustizialista? Perché chi dice ora le cose che Borsellino diceva venti anni fa è un giustizialista? Quale immane catastrofe si è abbattuta sull’Italia? O meglio, chi si è abbattuto sull’Italia?
in parte fonte Agorà Vox di Davide Palazzo
Sono sicura che se Paolo Borsellino fosse ancora in vita, con queste sue idee e con questi suoi discorsi , sarebbe additato come un giudice della magistratura rossa.
Un giudice che vorrebbe sovvertire l'ordinamento dello Stato ed un governo " democraticamente" eletto. In altre parole , un giudice manovrato dalla solita sinistra comunista ...
Non è quello che oggi dice Berlusconi e tutta la sua schiera di seguaci, compresi i media asserviti quando si osa criticarlo oppure gli si contestano i vari reati di cui è accusato?
Non è per questo che dice di aver dovuto farsi approvare il lodo Alfano?
Beh questo lo possiamo facilmente capire anche se non accettare... ormai il complotto e la stampa di sinistra e la magistratura rossa fanno da parafulmine a questo governo scandaloso, piduista e... abbiamo scoperto senza , per la verità, eccessiva sorpresa, "mignottaro" oltre che bugiardo e razzista.
L'opposizione di Di Pietro è da tempo che denuncia il vero volto di questo governo.
Quello che, spesso, non si può accettare è il comportamento dei dirigenti del PD...
Mi chiedo invece cosa fa il PD, in questo periodo, oltre alle guerre fratricide per la poltrona alla segreteria.
Mi chiedo perchè non diventa " giustizialista" come Paolo Borsellino che, per bocca del suo segretario e di altri dirigenti, dice che il giudice trucidato in Via D'Amelia a Palermo era un eroe e resta un esempio da seguire.
Il PD è il partito di cui ancora mi sento di far parte,forse ancora per poco se non si chiariscono alcune cose.
Il PD deve scegliere se seguire in concreto le idee eroiche del giudice che emula oppure fare solo i soliti proseliti
Il PD deve uscire dal pantano in cui si è ficcato, ha abiurato le ideologie e questo può anche starci, ma deve uscire con proposte convincenti , unitarie, riformiste ma che rispondono alle necessità degli operai, dei dipendenti pubblici, dei giovani disoccupati, dei giovani precari, dei pensionati, della media e piccola impresa.
Non abbiamo bisogno del partito dei banchieri o della costola di Confindustria, per quello c'è già il partito di Berlusconi... il Pd rischia di diventare la sua brutta copia. Bisogna ascoltare anche questi settori ma poi prendere il sentiero giusto, quello adeguato ai bisogni del popolo, alle emergenze territoriali che i circoli vari dovrebbero ascoltare.
Il PD, ovvero P come Partito e D come Democratico, se al logo si è aggiunto il termine DEMOCRATICO , lo sia davvero in tutti i sensi, quindi non rifiuti un cittadino che non è corrotto o colluso con i poteri forti e criminali, quando questi richiede la tessera e se questi ha i numeri e le "palle" (scusate il termine) per candidarsi alla segreteria.
E poi bisogna fare pulizia, via tutti quelli che si trovano nelle condizioni descritte da Paolo Borsellino.
Per quanto mi riguarda, a questo proposito, per la mia regione la Campania, ancora ora terra di nessuno, per il PD è TEMPO DI POTATURA!
Solo presentandosi agli italiani con un volto diverso, una classe rinnovata nelle idee e nelle azioni, possiamo sperare di battere il "CIARPAME SENZA PUDORE" non solo dal punto di vista " veliniano e mignottaro" ma anche economico, lavorativo e sociale, che gli italiani subiscono ed accettano anche perchè non hanno una vera e palese alternativa politica e di governo.
Comincio quasi quasi a pensare che in fondo aveva ragione Moretti: " Con questi dirigenti non andremo da nessuna parte"
W GIOVANNI FALCONE e PAOLO BORSELLINO se loro erano "giustizialisti" allora lo siamo anche noi.



lunedì 20 luglio 2009

NIKI APRILE GATTI E ...L' E-MAIL AL MINISTRO ALFANO, mobilitiamoci, la società ha bisogno di noi, come disse Giovanni Falcone

"E' TEMPO DI ANDARE AVANTI,
NON PIU' CONFIDANDO SULL'IMPEGNO STRAORDINARIO DI POCHI MA CON L'IMPEGNO ORDINARIO DI TUTTI."
Giovanni Falcone



APPELLO IMPORTANTISSIMO A TUTTI I BLOGGER

Vi preghiamo di postare questa e-mail da inviare (singolarmente) nei vostri blog, è importantissimo che arrivino il maggior numero di e-mail per ottenere qualche risultato!!

Lavoriamo insieme, facciamo sentire la "forza della rete"!!

Il Comitato Verità e Giustizia per Niki Aprile Gatti

***************************
L'APPELLO DI ORNELLA,madre di NIKI(clicca per collegarti al suo blog,copia ed incolla la lettera o dal suo blog oppure da qui sotto ed inviala QUI)
Facciamolo per la Verià e la Giustizia del mio adorato Niki, ma facciamolo anche per i tanti ragazzi e non, che attualmente sono lì dentro, in condizioni indescrivibili!! Vi prego di leggere questa lettera scritta dalle Detenute di Rebibbia di Roma Sezione di Alta Sicurezza solo per farVi capire come sia importante la nostra voce da "Fuori".....

".....Ci dicono sempre che non è il momento, che nessuno è interessato ai diritti delle persone detenute, eppure vogliamo continuare a farci sentire sapendo bene che le nostre voci, da sole, possono ben poco, se non riusciamo a sensibilizzare coloro che sono fuori da queste mura...."

Dimostriamo con la Civiltà che ha sempre distinto persone come noi, che non è così!!!


E poi Vi prego leggete questo che ho trovato su internet (dopo averlo letto mi sono sentita male...) , non ho trovato nulla però che dicesse come è andata a finire questa denuncia delle Associazioni.

Vi prego non voltiamo nuovamente la testa, alziamola fieri e degni e diamoci da fare affinchè certe cose non avvengano piu', immaginate certi episodi attuati con un detenuto (es. Sandro Pertini) che poi ha guidato una Nazione nel migliore dei modi ed è stato Amato profondamente da tutti gli Italiani???

"Istruitevi, perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza; organizzatevi, perché abbiamo bisogno di tutta la vostra forza." Antonio Gramsci

FACCIAMOCI SENTIRE INVIAMONE TANTISSIME!!!!
Anche alla luce di quello che è avvenuto ieri, 17° anniversario della strage di Via D'Amelio, la mafia parla e lo Stato tace.
Ecco la letteta
Oggetto: ISPEZIONE CARCERE DI SOLLICCIANO –FI-Al Ministro della Giustizia
On. Angelino Alfano
E per conoscenza
Onorevole Ministro della Salute, del lavoro e delle politiche sociali, Onorevole Ministro dell'ambiente e della tutela del Territorio, Onorevole Ministro Delle Pari Opportunità.
Onorevole Ministro Angelino Alfano,
chi le scrive è un cittadino italiano che non può rimanere inerme di fronte alle notizie allarmanti diffuse sulla Casa Circondariale di Sollicciano (Firenze).
Nell’arco di poco più di un mese sono morti piu’ di tre detenuti, ma questi che Le elenco sono “da accertare”:
24/04/2009 IHSSANE FAKHEDINE DI ANNI 30 CAUSA “DA ACCERTARE” 11/06/2009 ANNA NUVOLONI DI ANNI 40 CAUSA “DA ACCERTARE” 07/07/2009 DETENUTA DI PISA DI 27 ANNI CAUSA “DA ACCERTARE”
A queste terrificanti notizie mi preme aggiungere e sottolineare il caso di Niki Aprile Gatti , morto il 24 giugno 2008 sempre nel carcere di Sollicciano in circostanze sospette e tutte da chiarire.
Niki Aprile Gatti era incensurato ed era in CUSTODIA CAUTELARE!
La madre Gemini Ornella, nel tentativo di fare chiarezza, ha scritto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano(pregandolo di attenzionare Lei), è aperto presso il Tribunale di Firenze un procedimento di opposizione all'Archiviazione per “suicidio” ed inoltre è stata inoltrata un’ Interrogazione Parlamentare, i cui dati vengono di seguito riportati.Seduta di annuncio:
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01301
Dati di presentazione dell'atto Legislatura:Seduta di annuncio N.162 del 20/04/2009
FirmatariPrimo firmatario:CONCIA ANNAPAOLA
Gruppo:PARTITO DEMOCRATICO
Datafirma: 20/04/2009
Commissione assegnataria: IICOMMISSIONE(GIUSTIZIA)Destinatari
Ministero destinatario:MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 20/04/2009Stato iter:IN CORSO
Si può tacere di fronte alla morte di un ragazzo? Si può tacere davanti a morti classificate “da accertare”?
Onorevole Ministro,
nessuno ha risposto! Anche Lei non ha risposto all’interrogazione Parlamentare! Le Istituzioni tacciono … e il silenzio,a distanza di un anno,comincia ad essere eloquente!
Le chiedo formalmente di ricercare le responsabilità e chiarire le tante incongruenze divenute dolorose per famiglie che attendono la Verità!
La situazione di Sollicciano ,oltre all’anomalia delle morti da accertare, le quali si ripetono ciclicamente, è grave anche per la capienza tollerata, perché è stata abbondantemente superata, costringendo i ristretti a condizioni di vita in cui i diritti umani fondamentali vengono ignorati.Al sovraffollamento si accompagnano altre carenze che non sono degne di un Paese civile. (ricordiamo la frase di K. Popper “Il grado di civilta' di un Paese si misura dalle condizioni delle sue carceri” )
Ritengo,pertanto, necessario dover sottoporre nuovamente e con rinnovata urgenza, alla Sua attenzione, il caso di questo giovane Niki Aprile Gatti (è ormai trascorso piu’ di un anno per la sua famiglia…),augurandomi che Lei voglia prendere in considerazione con la tempestività che indubbiamente merita, questa incresciosa situazione.
A seguito di queste considerazioni, che sono certo da Lei condivise, Le chiedo quindi di intraprendere con urgenza tutte le iniziative necessarie affinché il nostro paese possa così colmare il ritardo che lo sta caratterizzando nell’accertamento della verità e nell’applicazione della giustizia.
Le chiedo di intervenire innanzitutto a tutela della garanzia dei “diritti delle persone” che si trovano nelle nostre carceri, ed in particolare date le estreme condizioni in cui verte, Sollicciano, del personale che vi opera, e per sollecitare azioni efficaci rispetto alle tante criticità presenti. In riferimento alle notizie sul carcere di Sollicciano, Le chiedo, con urgenza, una specifica ispezione per verificare le condizioni dei detenuti che, solo per il fatto di essere ristretti,non cessano di essere prima di tutto “esseri umani” e in quanto tali portatori di diritti umani!
Compito di questa Ispezione che Le chiedo, non è avvalorare o smentire una tesi, ma stabilire la Verità.
Voglio ricordare quello che disse l’Onorevole Sandro Pertini, che in galera passò lunghi anni:
-“ Ricordatevi quando avete a che fare con un detenuto, che molte volte avete davanti una persona migliore di quanto non lo siete voi.”
Confidando nell’accoglimento di questa mia richiesta, resto in attesa di un Suo cortese riscontro.
Con deferenti cordiali saluti e ossequi.
(nome e cognome)

domenica 19 luglio 2009

LE IDEE DEGLI UOMINI MIGLIORI NON MORIRANNO MAI



«L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E NO! questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati. »
(Paolo Borsellino, Istituto Tecnico Professionale di
Bassano del Grappa 26/01/1989)
Dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si reca insieme alla sua scorta in via D'Amelio, dove vive sua madre.
Una
Fiat 126 parcheggiata nei pressi dell'abitazione della madre con circa 100 kg di tritolo a bordo esplode, uccidendo oltre a Paolo Borsellino anche i cinque agenti di scorta Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto è Antonino Vullo.
Pochi giorni prima di essere ucciso, durante un incontro organizzato dalla rivista MicroMega, Borsellino parlò della sua condizione di "condannato a morte". Sapeva di essere nel mirino di Cosa Nostra e sapeva che difficilmente la mafia si lascia scappare le sue vittime designate. (fonte Wikipedia)

Nell'introduzione del libro" L'agenda rossa di Paolo Borsellino "Marco Travaglio scrive:
« Oggi, quindici anni dopo, non è cambiato nulla. L’impressione è che, ai piani alti del potere, quelle verità indicibili le conoscano in tanti, ma siano d’accordo nel tenerle coperte da una spessa coltre di omissis. Per sempre. L’agenda rossa è la scatola nera della Seconda Repubblica. Grazie a questo libro cominciamo a capire qualcosa anche noi »

Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino, parla esplicitamente di "strage di Stato":
« Perché quello che è stato fatto è proprio cercare di fare passare l’assassinio di Paolo e di quei ragazzi che sono morti in via D’Amelio come una strage di mafia. [...] Hanno messo in galera un po’ di persone - tra l’altro condannate per altri motivi e per altre stragi - e in questa maniera ritengono di avere messo una pietra tombale sull’argomento. Devo dire che purtroppo una buona parte dell’opinione pubblica, cioè quella parte che assume le proprie informazioni semplicemente dai canali di massa - televisione e giornali - è caduta in questa chiamiamola “trappola” [...] Quello che noi invece cerchiamo in tutti i modi di far capire alla gente [...] è che questa è una strage di stato, nient’altro che una strage di stato. E vogliamo far capire anche che esiste un disegno ben preciso che non fa andare avanti certe indagini, non fa andare avanti questi processi, che mira a coprire di oblio agli occhi dell’opinione pubblica questa verità, una verità tragica perché mina i fondamenti di questa nostra repubblica. Oggi questa nostra seconda repubblica è una diretta conseguenza delle stragi del ‘92 »
(Salvatore Borsellino)



Tornano con forza le ipotesi di coinvolgimenti dei servizi segreti italiani e della loro potente componente “deviata”, nella strage: una serie di strane coincidenze porterebbero infatti a presupporre una pianificazione molto professionale dell’attentato.
Secondo la ricostruzione di
Repubblica, sono stati trovai appunti con i numeri di cellulare del capo dei servizi a Palermo, un castello e un albergo che sarebbero stati utilizzati come base dagli 007 attivi nel capoluogo siciliano, strani rapporti con chi avrebbe prodotto il telecomando usato per far saltare l’autobomba…

Continuare a ricordare è un dovere di tutti. Dobbiamo farlo per noi e per le generazioni future.
LE IDEE DI GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO CONTINUERANNO A CAMMINARE SULLE NOSTRE GAMBE!
Non dobbiamo rassegnarci ma dobbiamo essere sempre più ostinati affinchè diventi prioritario difendere i diritti dei cittadini anziché i privilegi di pochi ed impedire che il malaffare e la corruzione facciano della la politica un luogo di scambio tra potere , affari privati e affari illegali.
Nel ricordare la strage , ancora irrisolta di Paolo Borsellino, il mio pensiero
va ad Ornella Gemini, madre di Niki (qui il link) che si sta battendo per la verità sulla tragica fine di suo figlio.
Certamente, le vicende sono diametralmente diverse ma tese verso lo stesso obiettivo:
LA RICERCA DELLA VERITA' PER IL TRIONFO DELLA GIUSTIZIA.

E come diceva Peppino Impastato : "La mafia è una montagna di merda!"





venerdì 17 luglio 2009

Beppe Grillo tesserato ad Avellino


Beppe Grillo è iscritto al Pd. Il circolo “Martin Luther King” di Paternopoli (Avellino) gli ha rilasciato la tessera. Ma per il Pd l’iscrizione è “priva di validità”
è il tesserato numero 40 del circolo di .
Il tesseramento è stato autorizzato dal segretario del circolo locale,
, che ha voluto così lanciare «una forte provocazione» alla dirigenza nazionale del partito: «Il caso Grillo costituisce un precedente molto grave - afferma Forgione - Chi ha infatti la legittimazione a decidere chi tesserare e chi no? non è iscritto a nessun altro partito e ha una fedina penale pulita, quindi perchè negargli la tessera? Non vogliamo - aggiunge - che il Partito democratico si trasformi in un partito burocratico».
I vertici del Partito Democratico hanno immediatamente espresso la propria contrarietà a questo episodio. L’iscrizione è «priva di validità» per
, vice responsabile nazionale Organizzazione del . «La - ha ricordato Grassi - ha escluso all’unanimità di poter accogliere la richiesta di iscrizione al partito da parte di per aver promosso e sostenuto liste apertamente ostili al nostro partito. In ogni caso, ricordiamo che lo prevede che l’iscrizione avvenga nel proprio comune di residenza».
La telenovela tra i due litiganti continua, infatti Grassi ha affermato che l’iscrizione di Grillo è da considerarsi «un’iniziativa estemporanea palesemente contraria allo
del partito».
fonte bliz quoditiano
Nell'attesa di vedere questa vicenda concludersi...
Comunque finirà Grillo è riuscito a tirar fuori almeno una gran parte di tutte le contraddizioni che ci sono nel PD e che si vogliono camuffare.
Rifiutando Grillo, il P.D., non respinge unicamente una persona, un politico ed un comico ma anche tutto quello che c'è con Grillo che si può desumere dal blog, dalla blogosfera, dai meet up, dalle liste civiche, da molte associazioni ma soprattuto da tanti comuni e semplici cittadini che, stanchi delle solite salse politiche e politichese, seguono le idee e i "programmi" di Grillo.
Facendo così il P.D. perde una ulteriore buona occasione per ricucire il rapporto con la gente che ha perduto consentendo di allargare il fossato che si sta costruendo ormai da anni, già da quando non era ancora il P.D.
E legittima sempre più, il corso melmoso dove sta nuotando agevolmente Silvio Berlusconi.
Pensiamo alla legge sull’indulto, al conflitto di intessi mai risolto e agli accordi presunti sotto banco con la contro parte.
Pensiamo ancora alla debole reazione al lodo Alfano, alla connivenza sul federalismo fiscale, alle questioni nucleari, al quasi mutismo sul potere mediatico del premier e del suo gruppo.
Quello di oggi è un P.D. ingessato in una forma conica con una sola via di uscita: aprirsi alla società civile, alla gente.
Ma le sembianze di questo partito, con questo tipo di decisioni suicide, si riflettono nella propria gerarchia , tutto a discapito del Paese.
Una grande fetta di popolo è stanca di queste altalene, e non vuole annullarsi in conflitti e beghe della parte alta di quello che, una volta, era il più grande partito della sinistra.
Una sinistra di lotta che voleva arrivare al governo del Paese per concretizzare, almeno in parte, alcuni ideali del popolo italiano.
Diciamo che questa fusione, che doveva essere riformista, più che una unione di fatto si sta rivelando un vero e proprio incesto.
Questa vuole essere solo una opinione critica di chi aveva davvero creduto in una progressiva riscossa.
Certo sono ancora ottimista e spero in un colpo di responsabilità.
Non dimentichiamo tuttavia queste dichiarazioni


giovedì 16 luglio 2009

Tremonti risponde con gli insulti a una domanda "scomoda"

La replica stizzita del ministro dell'Economia a un giornalista straniero durante la conferenza stampa sullo "scudo fiscale"
"Testa di c...", ma i microfoni erano aperti e l'insulto è giunto in diretta ai telespettatori e al giornalista a cui era diretto.

Protagonista di ministro dell'Economia Giulio Tremonti che ha reagito stizzito a una domanda "scomoda" di un cronista straniero durante la conferenza stampa di presentazione del Dpef e dello "scudo fiscale". Il giornalista aveva chiesta al ministro se la sanatoria fiscale non fosse in contrasto con l'etica finanziaria promossa durante il G20, ma evidentemente Tremonti l'ha ritenuta troppo "provocatoria" e, dopo una risposta degna di un funambolo della dialettica, ha detto chiaramente a Calderoli cosa pensasse del suo interlocutore.




L' insulto alla fine della "risposta" è indegno di uno che veste i panni di ministro dell'economia , come dire , se il ministro è sboccato...
La risposta che poi da al giornalista e il tono utilizzati sono davvero il "massimo" per questo ministro del nulla.
Chiesto al premier cosa pensasse di questa risposta di Tremonti al giornalista, Berlusconi ne trae un'altra delle sue : ' E' stata una risposta dettata dal cuore'.
La politica e la cultura, con questa gente sta toccando i massimi livelli di degenerazione ,oserei dire,"antropologica".
Si stanno diffondendo trame di modelli di comportamento all'interno di schemi profondamente dissoluti, nelle azioni e nella comunicazione.
Il politically correct è divenuto politically incorrect .
Senza parole

"Il G8 è stato un successo?"



Sì. Un successone!
Il G8 è stato un successo! Il 14 luglio la radio riferiva questa dichiarazione di Papa Ratzinger: «Il G8? Mi sembra che sia andato molto bene!».
Il G8 è stato un successo?
Comprendiamo che la regia, le scenografie, i flash, i briefing e i resoconti pilotati e sapientemente orchestrati dalla macchina mediatica berlusconiana, le richieste di abbassare i toni e la moral suasion alla "napolitana" abbiano fatto centro, scongiurando (solo) il rischio dell’epilogo della farsa del piazzista di Arcore (perchè la credibilità del paese ormai l’abbiamo persa da tempo).

Ma lasciarsi andare ad un giudizio del genere mi sembra almeno affrettato.

Durante i 3 giorni di vacanza di lavoro aquilana dei grandi della terra, sono morti migliaia di bambini per fame e per malattie curabili. E dal vertice tra i monti del Gran Sasso, non è sortita nessuna novità di rilievo. Nessun impegno concreto per quei piccini con le mosche attorno alla testa che non hanno manco la forza per succhiare latte povero dal seno di una povera madre.

Durante i 3 giorni di passeggiate delle first (rispetto a chi?) lady tra le macerie il pianeta ha aumentato ancora un po’ la velocità con la quale si sta dirigendo verso il collasso definitivo. E dal vertice condotto con eroismo d’altri tempi, sotto la minaccia di un nuovo terremoto incombente, quale novità per il clima è sortita?


Un sostanziale abbattimento delle emissioni CO2 entro il 2050.

Entro il 2050?! Ma nel 2050 tutti i capi di stato e di governo presenti a L’Aquila saranno morti, moribondi o ibernati.

Anticipiamo un commento a questo post. “Eh, ma come la metti giù sempre dura. Sempre a criticare. Criticare. Criticare. In fondo si sa che questi vertici non servono a nulla”.
Esatto, non servono a nulla. Ma il G8 è costato oltre 400 milioni. Più dei 321,8 milioni stanziati quest’anno dal governo italiano per lottare contro la morte per fame e la miseria nel mondo ...

fonte Domenico Finiguerra


I bambini africani hanno fame.

E' da quando ho l'età della ragione, partendo dalle prime razionalizzazioni cosiddette infantili , che so di queste situazioni.

Ero alle elementari e già si facevano le raccolte a scuola ed in parrocchia.

E quando, da piccola, non volevo mangiare, mia mamma soleva sempre dire: "Mangia tutto , pensa ai bambini del terzo mondo che hanno fame e non hanno il cibo, mentre tu fai i capricci"
Già allora mi chiedevo perchè io potevo mangiare e, persino, rifiutare ciò che non mi piaceva ed invece, nel mondo, c'erano bambini che avevano fame. Non riuscivo a capire pienamente e le risposte erano vaghe... Così va il mondo... Noi non possiamo fare altro che pregare... Ci pensa il Signore ... Il cibo glielo portano i missionari ... e così via..... Sono i problemi del Terzo mondo... io non capivo ancora cosa fosse questo terzo mondo, poichè non riuscivo neanche a collocare il secondo mondo... rispetto al mio che ritenevo, forse, il primo...

Poi l'età della razionalità e la riflessione hanno mutuato i concetti e ci sono state finalmente le risposte ...

Documentari e film non si contano più ormai. Non so quante raccolte di indumenti, cibo, soldi sono state fatte, nel mio territorio da sempre senza soluzione di continuità... inutile che continui sapete tutti dove voglio arrivare con questi discorsi.
Simile discorso si potrebbe fare per l'ambiente .

Senza contare i vertici di questi grandi... quante promesse sono state onorate?
La prima riunione "ufficiale" del Gruppo si ebbe nel novembre 1975
Almeno quelle del del G7 sono state mantenute? A me sembra proprio di no... e allora di che parliamo?

E' lecito chiamare questi G come dei grandi impostori?

Voglio essere ottimista e sperare ancora una volta... confido, stavolta, in Obama............

"L'uomo è uomo quando non è testardo. Quando capisce che deve fare marcia indietro e la fa. Quando riconosce un errore commesso, se ne assume le responsabilità, paga le conseguenze e chiede scusa. Quando riconosce la superiorità di un altro uomo e glielo dice. Quando amministra e valorizza nella stessa misura tanto il suo coraggio quanto la sua paura." (da "Il Sindaco del Rione Sanità" Eduardo De Filippo)

Un pò di cambiamenti

Curando un altro blog di politica "La sinistra che Vogliamo " insieme ad un gruppo di amici blogger,questo blog è in effetti una "fotocopia" dell'altro.Per tale motivo ho deciso di apportare alcuni cambiamenti soprattutto nei contenuti.
La politica analizzata criticamente,secondo il mio punto di vista, sarà sempre presente ma,accanto ad essa cercherò di discutere anche di altre tematiche che riguarderanno la società e l'individuo,il pensiero speculativo antico e moderno,i problemi del nostro tempo che possono anche travalicare il campo della politica come "fatto" in se.
Spero di essere compresa da chi mi legge
B L O G I N
R I S T R U T T U R A Z I O N E

VASCO ROSSI _BASTA POCO_